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Il cambiamento climatico e il pericolo della contaminazione alimentare



Da sempre le coltivazioni umane sono state oggetto di accidenti ambientali di vario tipo e grado. Si pensi banalmente al tempo atmosferico, alle precipitazioni piovose, al troppo caldo o alle gelate invernali. Il tempo atmosferico con le sue manifestazioni più o meno estremo è forse il fattore ambientale principale con il quale l'Uomo si è sempre dovuto confrontare nel corso dei secoli. Basta una pioggia al momento sbagliato o la sua assenza per modificare la resa di un intero raccolto...Questo i nostri contadini lo sanno bene. Insieme a questo, subito dopo è stata la lotta ai microrganismi dannosi ed infestanti l'altra grossa spina nel fianco delle piantagioni. Parassiti, muffe, batteri specie diverse e spesso anche molto virulente possono mettere in ginocchio il lavoro di mesi e la vita di piante secolari (pensiamo ultimamente al fenomeno degli ulivi in Puglia infestati dalla Xylella). Tutti questi organismi producono danno direttamente o più spesso indirettamente per mezzo di sostanze da essi stessi prodotte quali veleni, tossine che possono essere molto dannosi non solo per la pianta infestata ma anche per l'Uomo quando la pianta o il suo frutto entra nella catena alimentare dell'Uomo portandosi dietro il contenuto corrotto. Tar queste sostanze le micotossine sono molto diffuse; prodotte da funghi e muffe che crescono prevalentemente sui cereali possono raggiungere l'uomo con gravi ripercussioni sulla sua salute. Le varietà di funghi responsabili in maggior parte della produzione di queste sostanze appartengono ai genere Aspergillus, Fusarium, Penicillium e la loro diffusione e proliferazione, è strettamente dipendente dalle condizioni climatiche. Infatti in condizioni di particolare aumento di temperatura ed umidità, i funghi portatori delle tossine proliferano ad un ritmo elevato aumentando con essi anche la produzione delle relative sostanze tossiche. Tra queste sostanze, come fattori anti-nutrizionali spiccano le AFLATOSSINE che si possono rintracciare in alimenti come la frutta secca e a guscio, granoturco, riso, olio vegetale ed in generali in prodotti derivati da vegetali o da prodotti animali quali il latte, in quanto anche i mangimi animali possono essere a loro volta contaminati. Questa tossina, in alcune sue forme è la più potente tra le micotossine, arrivando ad esprimere un'azione persino cancerogena e genotossica. L'EFSA, quale ente Europeo per la sicurezza alimentare, di cui pubblichiamo anche un breve video, sorveglia costantemente su questo fenomeno e ha valutato che esiste un aumento del rischio di diffusione di aflatossina in relazione ai cambiamenti del clima che si stanno affermando con sempre maggiore forza ed evidenza. Tali cambiamenti rischiano (per non dire che il fenomeno è già in atto...) di estendere la diffusione del fenomeno della contaminazione da micotossine, dai paesi a clima caldo che ne erano tradizionalmente colpiti, alla parte nord del mondo e paesi Europei. Se il clima continuerà a modificarsi, in termini di aumento delle temperature medie e dell' umidità, il fenomeno del controllo e del contenimento della diffusione di questi inquinanti nella nostra catena alimentare, sarà sempre meno fattibile con conseguenze ben immaginabili per la sicurezza alimentare nostra e dei nostri amici animali.


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