L'altro giorno in ambulatorio una signora è arrivata con i suoi mille problemi di cattiva digestione. Gonfiore alla bocca dello stomaco, senso di soffocamento, bruciori, cuore in gola etc. etc.

Dopo una lunga peregrinazione tra medico di base, gastroenterologi e chi più ne ha più ne metta, si era imbattuta anche in uno dei mille sedicenti che girano per il mondo il quale....ovviamente ..le ha detto "niente glutine, no formaggi, no pane, no carne etc. etc." ; poi le ha anche scritto un bel bigliettino con tutte queste raccomandazioni e il suo cellulare per richiamare. La signora, ligia al dovere, ha fatto tutto quanto senza purtroppo il benché minimo beneficio . Da parte mia le ho consegnato un semplice libretto con consigli alimentari per scegliere alimenti e modalità di cottura che ottimizzassero il suo profilo digestivo ingolfato (ovvero l'aiutassero a digerire più velocemente) suggerendo anche di assumere un prodotto per alleviare l'acidità di stomaco. Oggi la signora mi chiama al telefono e mi accorgo che è in preda ad un vera crisi di ansia. E' molto preoccupata per il fatto di trovarsi di fronte a indicazioni che nessuno le aveva mai dato prima ma soprattutto ha la percezione (errata) di dover assolvere ad un compito difficilissimo. L'agitazione di questa signora mi ha fatto comprendere molto bene come spesso intorno alle questioni alimentari si coagulino sentimenti di paura ed inadeguatezza che arrivano al punto di scatenare veri e propri disturbi dell'umore e non solo. Come in questo caso per il quale, probabilmente, lA signora non è in ansia perchè deve seguire un piano alimentare per la gastrite ma ha la gastrite perchè è in ansia. Insomma, come è finita ? Le ho suggerito di buttare via il libretto e tutto il resto e tornare a fare una chiacchierata con me prima possibile. "Scriviamo tutto su un solo foglio e ne parliamo insieme !".

Detto ciò mi ha confidato che si sentiva molto più tranquilla...